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giovedì 18 settembre 2008

Sempre oggi...

Poco fa sento il telefono squillare, ma non riesco ad andare a rispondere. Mentre nella mia mente urlavo bestemmie, vado a vedere chi potesse essere e vedo una chiamata persa ed un messaggio. Era la mia analista che mi scrive:
"Signora Elena, mi scusi se l'ho chiamata, ma dopo la chiamata ad agosto non l'ho più sentita e sono preoccupata per lei".
Ho risposto molto educatamente al suo messaggio. Ora sto elaborando.



















4 commenti:

Marmott79 ha detto...

Poverina... si vede già perduta con un paziente in meno. Io leggo la serenità conquistata duramente ma indelebile. Forse Marco un po' ti sbilancia ma è un dolce peso. Parla con lui, nel suo dolce sorriso sono rinchiuse tutte le risposte.

Il paese dei balocchi ha detto...

anch'io è un po' che non la sento...però ormai sono 5 anni che vado quindi se non mi sente sa che me la sto cavando...;-)

Elena ha detto...

marmott79 non è proprio così. Ho deciso tempo fa di mettermi in discussione, ho capito di aver bisogno di aiuto e mi sono affidata a Michela. Insieme abbiamo cominciato un viaggio difficile e pieno di difficoltà. Viaggio interrotto a causa della mia gravidanza prima e maternità dopo. DEVO portarlo a termine, solo così sarò veramente a posto e Michela questo lo sa.

Giovanni Bernardi ha detto...

L'ultimo scambio di email con la mia Psyco.

Io a lei.

Osservare che ti metti a scrivere a un tuo paziente alle otto di sera del sabato mi fa pensare che sei più paziente tu dei tuoi pazienti. Ma ritengo che ciò sia dovuto a un tuo modo di essere e che il 'mestiere' c'entri poco. Tu ami la tua professione, ami la gente, e la tua capacità di amare - come spesso sostengo anche riferendomi ad altri, in particolare a mia madre - è una variabile indipendente. L'amore è una emissione indipendente, così come il sole che riscalda e illumina senza chiedersi a chi vanno il suo calore e la sua luce. E' questa la visione perfetta della vita: amare indipendentemente. Del resto, ci è già stato detto un paio di migliaia di anni fa e io non invento niente.

Lo si potrebbe scrivere come motto di stemma araldico. Hai mai pensato a un tuo stemma araldico? Fatti aiutare da un esperto - che vedrai ci tira fuori qualcosa di bello - e scrivi sotto allo stemma 'Amare indipendentemente'. Un po' strano come motto. Tanto più che in molti sono andati e vanno a cercare frasi latine che poco hanno a che vedere con la realtà, ma fanno tanto shic.

Nella vita di tutti i giorni la capacità di amare si trasforma in piccoli atti di cortesia, in gentilezze, in frasi delicate, in sensibilità, in attenzione per quello che 'l'altro' dice. L'altro non è un 'diverso' da me, ma un altro-me, con il quale io dialogo e condivido le mie e le sue esperienze di vita, con il quale mi unisco in un unìsono per cercare e trovare il 'fratello'. Quando si trova un fratello, non si è più soli. E i giorni e le ore e il tempo trascorso - pure in solitudine - sono sempre trascorsi con il fratello. La solitudine a questo punto non esiste più e il mondo ricomincia a risplendere della luce del sole.

Lei a me.

Le tue parole mi fanno immensamente piacere. Io credo che la psicoterapia sia un 'mestiere' che, se svolto senza amore, non da frutti. Mi ritengo fortunata perché, oltre al ritorno economico per cui tutti lavoriamo, io ho un altro ritorno, che non ha prezzo. Ieri ero sull'autobus e mi ha telefonato una mia paziente. Aveva partorito da pochi minuti e voleva dirlo a me, prima ancora che ai suoi parenti. Voleva dirmi che aveva ricevuto i complimenti per come aveva affrontato il travaglio con le tecniche che io le avevo insegnato. Ma soprattutto voleva dirmi che il bambino rappresenta la luce dopo un lungo percorso di sofferenza che abbiamo affrontato insieme. Il piccolo Pietro è anche un po' figlio mio, e questo non c'entra con il 'mestiere'. E nemmeno il piacere che ho provato leggendoti.